Dog Whisperer: come si costruisce un successo ovvero come siamo quotidianamente manipolati dalla tv

In questo articolo, ispirato dal periodico SETTIMANA VETERINARIA del 23 gennaio 2013, spiegheremo in che modo sono strutturati i programmi televisivi del tipo Dog Whisperer, basati cioè sul concetto del problem solving e del tutorial: una famiglia con un problema e un esperto che aiuta a risolverla.

Sono format televisivi con queste caratteristiche:
○ poco impegnativi e divertenti;
○ hanno un alto potere di intrattenimento;
○ sono strutturati in modo che le storie si ripetano sempre con lo stesso schema: questo li rende rassicuranti e prevedibili e quindi ‘assimilabili’ in maniera acritica e a-traumatica.

Non tutti questi format hanno lo stesso successo, la grossa audience del programma Dog Whisperer rispetto agli altri programmi simili è proprio come è stato creato e presentato il personaggio Millian: un clandestino messicano, che si inserisce da diverso nelle case ‘patinate’ della classe media bianca americana, che rappresenta come vive o come aspira a vivere lo spettatore medio. Questo atletico latino, atletico e comunicativo, con il suo largo sorriso entra nelle lussuose case americane e usa la sua “animalità” per mettersi subito in contatto con il cane, capisce subito il problema. Con movimenti ipnotici, studiati, riesce subito a calmare l’animale come se avesse qualcosa di magico. L’attenzione del telespettatore non esperto di cani viene catturata dalla storia della famiglia più che da quella del cane. I proprietari amano molto il cane, lo hanno fortemente desiderato, lo hanno pagato ( si tratta sempre di cani di razza, costosi e alla moda), farebbero di tutto per lui, ma purtroppo non la capiscono e quindi lo fanno stare male. Il cane e sempre poco accattivante, nervoso e aggressivo distruttivo o addirittura fobico. trasmissione è quasi un PRERTESTO, perchè è il tramite per creare un empatia tra la famiglia ( e gli sponsor ) e i telespettatori che si identificano con essa., perchè COMMETTONO GLI STESSI ERRORI con il loro cane.

La chiave del successo del format e’ che si rivolge ad un pubblico di non esperti di cani.

I veterinari, gli educatori cinofili, invece si focalizzano ,vedendo la trasmissione, su CIO’ CHE SUBISCE IL CANE, sanno leggere i MESSAGGI che l’animale invia, conosco i RISVOLTI SULLA PSICHE DEL CANE DATI DA CERTI METODI e inorridiscono, ribellandosi, protestando contro il programma, chiedendosi come sia possibile che una trasmissione del genere possa trovare spazio in programmazioni di rispettabili emittenti televisive. Emerge sempre che UN CANE è un CATTIVO CANE perchè non è inquadrato nella gerarchia, mentre un pubblico ESPERTO capisce subito che in tanti casi NON SI TRATTA DI PROBLEMI GESTIONALI, ma di VERE E PROPRIE PATOLOGIE COMPORTAMENTALI che andrebbero affrontate con un approccio completamente differente. Bisogna ricordare inoltre che il grande successo della trasmissione dipende in larga parte dalla enorme pubblicità mediatica messa in atto dalla casa produttrice che in anni ha scalato il successo con interviste sulle principali riviste e giornali, con innumerevoli apparizioni in talkshow televisivi, con diversi libri tradotti in 20 lingue differenti che ne hanno garantito pieno successo a livello mondiale.

E’ bene ricordare che i rischi di far soffrire i cani, sia quelli coinvolti nello show, sia quelli di proprietà degli spettatori è altissimo e non viene di certo scongiurato dalla scritta che da qualche tempo compare ed avverte di non imitare i comportamenti del protagonista. I medici veterinari comportamentalisti hanno espresso la loro preoccupazione per i MESSAGGI INESATTI E PERICOLOSI riguardo ai cani e al loro comportamento che vengono divulgati a milioni di persone.

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Un veterinario in famiglia