Raffreddore del gatto

Quando si trova un gattino randagio, spesso ci si accorge che ha grossi problemi respiratori e problemi agli occhi.

I sintomi posso variare di gravità, ma è abbastanza comune rilevare scoli giallastri e verdognoli dalla narici, accompagnati da continui starnuti e tosse.

Le palpebre degli occhi si possono presentare chiuse o semi aperte con la presenza di lacrimazione, di scoli densi di colore giallastro, accompagnati da lesioni ulcerative delle palpebre stesse oppure da lesioni più o meno profonde della cornea .

Inoltr si possono riscontrare febbre, inappetenza, disidratazione, umore depresso ed altre problematiche che coinvolgono altri apparati, ad esempio il tratto gastro-enterico con presenza di diarrea e vomito.

Se il Vostro cucciolo presenta uno qualunque di questi sintomi, o se sviluppa inappetenza, vomito, o sonnolenza ingiustificata, un Veterinario dovrebbe essere consultato immediatamente.

Un ritardo nel prestare cure mediche a un giovane animale può tradursi in minori possibilità di guarirlo.

(I gatti cuccioli randagi che evidenziano queste condizioni cliniche spesso non hanno avuto la possibilità di essere alimentati in modo adeguato con il latte della madre che oltre ad essere una fonte di nutrimento è anche un fondamentale apporto delle prime difese immunitarie, non ancora sviluppate nel cucciolo. In tutti i mammiferi il rapporto madre-figlio è il momento chiave per lo sviluppo futuro del cucciolo. Su questo rapporto si fondano lo sviluppo immunitario ma anche l’adeguata trasmissione di comportamenti lagati alla socialità e alla caccia. La mancanza o la riduzione di tale rapporto madre-figlio, può portare dei deficit importanti nel futuro del cucciolo.)
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Questi sintomi potrebbero essere associati alle seguenti patologie trasmissibili:

Calicivirus:

La Calicivirosi è sostenuta da un RNA virus appartenente alla famiglia dei Calicivirus, molto contagioso fra i gatti e che permane a lungo nell’ambiente; la trasmissione avviene attraverso il contatto con individui malati o con secrezioni infette.

L’incubazione della malattia è brevissima: 1-3 giorni ed i gatti si possono infettare attraverso la via orale e nasale.

I sintomi clinici prevalenti sono:
○ rinite;
○ congiuntivite (senza la complicanza di cheratiti);
○ scolo nasale ed oculare;
○ ulcere linguali molto evidenti;
○ polmoniti.

La terapia prevede l’uso d’antibiotici ad ampio spettro, vitamine e colliri. La profilassi per prevenire la malattia consiste nella vaccinazione da eseguire:
○ Prima vaccinazione a 9-10 settimane;
○ Seconda ” dopo 3-4 settimane:
○ Il richiamo per gli adulti è annuale.

Herpesvirus:

Provoca la rino-tracheite infettiva che colpisce la mucosa oculare, nasale e tracheale dei gatti. Una volta infettati i gatti cominciano a sviluppare segni respiratori quali: starnuti, tosse e scolo oculo nasale entro 2 -5 giorni; ulcere della lingua e della cornea così come febbre alta possono anche essere presenti. L”infezione diffonde velocemente da un gatto all’altro per contatto con secrezioni nasali oculari o buccali infette, o per contatto con abiti contaminati , mani, utensili o altri oggetti. Il virus può sopravvivere per mesi nella bocca o naso dei soggetti colpiti anche dopo la risoluzione dei segni clinici e può essere quindi diffuso da questi gatti apparentemente sani. Nei cuccioli questa infezione risulta essere particolarmente pericolosa tanto da poter condurre alla morte del soggetto se non trattati precocemente.

Gli animali s’infettano per via nasale, congiuntivale ed orale ed il tempo d’incubazione è piuttosto breve (da 2 a 5 gg.).

Esiste per questa malattia il problema dei “carriers”, vale a dire i soggetti che hanno superato la malattia, ma che rimangono portatori e potrebbero in futuro riammalarsi (soprattutto in seguito a stress).

Va tenuto presente che spesso le ricadute avvengono in gravidanza.

I sintomi clinici: tra i sintomi più evidenti abbiamo:
○ rinite;
○ congiuntivite (spesso complicata da ulcere corneali);
○ ulcere linguali;
○ tracheite e bronchite (più rare);
○ aborti nelle femmine gravide.

La terapia prevede l’uso d’antibiotici ad ampio spettro, vitamine del gruppo B, A e C, colliri, aerosolterapia e fluidoterapia nei casi più gravi.

Riguardo alla prevenzione, si consiglia la vaccinazione con vaccini vivi attenuati (in genere, sono associati ai vaccini per la calicivirosi e per la panleucopenia) seguendo il seguente schema.

○ Prima vaccinazione a 9-10 settimane
○ Seconda vaccinazione a distanza di 3-4 settimane.
○ Per i gattini al di sotto delle 9 settimane è consigliabile ripetere il vaccino ogni 3 settimane fino ai tre mesi d’età.
○ Il richiamo per gli adulti è annuale.

Clamidiosi

È sostenuta da un agente batterico, Clamidia Psittaci, che può provocare anche congiuntivite nell’uomo.

La Clamidia è instabile al di fuori della cellula ospite ed il prodotto d’elezione per neutralizzarla è l’ammonio quaternario.

I gatti s’infettano per via congiuntivale, raramente per via nasale; raggiunto l’epitelio congiuntivale la Clamidia determina un lieve rialzo febbrile e sintomi quasi esclusivamente oculari.

I sintomi clinici:
○ scolo oculare;
○ blefarospasmo;
○ chemosi;
○ iperemia della congiuntiva palpebrale;
○ starnuti;
○ stato febbrile (raramente);
○ polmonite (in genere rara, si vede in caso di complicazioni).

Inizialmente è colpito un solo occhio, in seguito, dopo 5-21 giorni, anche l’altro.

La durata dei sintomi è di 3-4 settimane, mentre l’iperemia congiuntivale ed un lieve scolo oculare possono persistere per mesi.

N.B. i microrganismi si rilevano ancora fino a 18 mesi dall’infezione.

In alcuni casi è stato rilevato aborto nelle femmine gravide.

La terapia prevede l’uso di tetracicline per via generale oltre a preparazioni oftalmiche di cui si raccomanda l’applicazione 3-4 volte il giorno.

Le uniche controindicazioni per l’uso di questi farmaci sono la gravidanza e la giovane età dei soggetti.

Come prevenzione anche per la Clamidiosi esiste la possibilità di vaccinare i gatti con vaccini vivi attenuati.

Nei gattini gli anticorpi materni rimangono fino a 9-12 settimane d’età.

AREOSOL

Per tutte queste malattie si puo’ utilizzare la somministrazione di farmaci per inalazione : AREOSOL come terapia di supporto.

I vantaggi della somministrazione dei farmaci per inalazione sono dati dalla riduzione degli effetti collaterali sistemici quando i principi attivi vengono applicati direttamente sui tessuti respiratori bersaglio, dalle più elevate concentrazioni farmacologiche che si riescono a raggiungere a livello dei tessuti bersaglio rispetto a quelle che si possono ottenere attraverso la somministrazione sistemica, dalla rapidità dell’insorgenza dell’azione e dalla possibilità di evitare il metabolismo epatico di primo passaggio.

Come fare l’aerosol al gatto
OCCORRENTE:
1) Macchinetta per aerosol, completa di tubo

2) Trasportino rigido

3) Pellicola trasparente

PROCEDURA:
1) Munitevi di trasportino:
E’ bene che il trasportino sia rigido, con meno fessure di areazione possibili. Tuttavia non perde di efficacia l’aerosol se il trasportino è di quelli morbidi o ha molte fessure: basta coprirle a dovere.

2) Coprite con pellicola trasparente ( quella da cucina ):
Coprite il trasportino, o meglio le fessure laterali, con la pellicola trasparente, avendo cura di farla ben aderire alle fessure laterali e minimizzare la dispersione dell’aerosol.

3) Inserite il tubo:
Fate passare il tubo dell’aerosol da un buco preticato nella pellicola trasparente.

4) Fate entrare il vostro gatto:
Infilate il vostro gatto nel trasportino e richiudetelo.

5) Azionate la macchina dell’Areosol , programmando il volume di erogazione al minimo:
Ecco fatto! Avete fatto l’aerosol al vostro gatto!