Occhio a ciliegia

Il prolasso della ghiandola lacrimale accessoria (nittitante) rappresenta una delle patologie di più frequente riscontro a carico della terza palpebra del cane.

La ghiandola prolassata del cane si sposta dalla sua sede naturale, alla base della cartilagine, oltre il margine libero della terza palpebra e si presenta come una massa rossastra all’angolo nasale dell’occhio (canto mediale) da qui il nome comune di cherry eye o occhio a ciliegia con cui la patologia è comunemente conosciuta da allevatori e cinofili. Tale condizione, rara nel gatto, interessa prevalentemente cani giovani (età media inferiore a due anni) ed è frequente nelle razze Cocker Spaniel, Cavalier King Charles Spaniel, Bulldog Inglese, Bulldog Francese, Mastino napoletano, Boxer, Shar-pei , Beagle, Pechinese, Lhassa-Apso, Basset Hound, Boston Terrier, Shitzu.

Questa patologia del cane di solito è monolaterale ma nel 20% dei casi, si assiste al prolasso della ghiandola controlaterale in un periodo di tempo variabile, in media, fra i 2 e i 3 mesi.

La ghiandola prolassata va incontro a fenomeni infiammatori che si manifestano con edema, iperemia locale e scolo mucoso occasionalmente accompagnati da lesioni corneali secondarie. In passato si riteneva che la causa scatenante fosse infiammatoria ma oggi l’ipotesi più accreditata è la lassità congenita delle strutture legamentose della ghiandola stessa.

La terapia medica si basa sull’applicazione topica di antibiotici ed antiinfiammatori nell’ochio del cane mentre il trattamento risolutivo è chirurgico. La ghiandola accessoria della terza palpebra produce dal 40% al 60% del secreto lacrimale, per questo motivo l’escissione chirurgica completa o parziale può esitare in fenomeni di cherato-congiuntivite secca; questo tipo di intervento è stato oggi quasi del tutto abbandonato a favore di tecniche mirate a riposizionare la ghiandola nella sua sede naturale, preservando il più possibile l’integrità degli annessi oculari, del dotto naso-lacrimale e la mobilità della terza palpebra.

Per la risoluzione del problema sono fondamentali una diagnosi corretta, la rapida istituzione di una terapia adeguata e l’esperienza e dimestichezza del chirurgo con la tecnica chirurgica impiegata.

 

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